I disturbi del sonno nei bambini sono sempre più frequenti: è bene capire che sia importantissimo che un bambino dorma bene, sia per preservare la sua salute e il suo riposo, sia per prevenire eventuali ripercussioni nel carattere e comportamento.
È importante dormire?
È necessario che un bambino dorma, ma soprattutto che dorma bene: durante il sonno, sia diurno che notturno, viene rilasciato l’ormone dedito alla crescita, la somatotropina (GH). Questo significa che una buona qualità del sonno può garantire uno sviluppo maggiore delle capacità psichiche e fisiche. Ma non solo, disturbi del sonno nei bambini sono anche sintomo dello stesso disturbo nei genitori che non possono dormire perché devono calmare il proprio figlio, con conseguente stress che si ripercuote su tutto il nucleo familiare. A differenza di ciò che accade negli adulti, solitamente il disturbo più frequente, ovvero l’insonnia, funziona con un meccanismo contrario. Gli adulti non riescono a riaddormentarsi, pur volendolo, mentre i bambini, solitamente in maggior numero fino ai 3 anni di vita, non vogliono dormire e si sforzano in tutti i modi di rimanere svegli.
Le cause
Pare che i disturbi del sonno nei bambini siano più usuali nei primogeniti, e nei figli unici, ma anche nei bambini che sono allattati al seno, o che per lungo tempo hanno dormito nel letto insieme ai propri genitori. Le prime due sono situazioni in cui un bambino è l’unica attenzione da parte del nucleo familiare. Le ultime due condizioni sono invece, per la maggior parte dei casi, responsabilità unica del genitore. L’errore più grande è quello di cercare di far addormentare un bambino che si è svegliato nel sonno, facendolo attaccare al seno o portandolo nel letto matrimoniale. Come altrettanto sbagliata è l’abitudine di far addormentare il bambino nel letto con uno o entrambi i genitori e poi portarlo nel suo letto. Fondamentale è anche il regime e il tenore di vita al quale il bambino è abituato. Una vita frenetica, fatta di pochi momenti di tranquillità (e conseguente possibilità di dormire) non è affatto salutare. Come non è indicata un’abitudine alimentare sbagliata, in orari poco consoni e troppo vicini all’orario del riposo notturno o diurno. In ultima analisi, esistono delle cause non dipendenti da fattori esterni o abitudini, ma sono fattori fisiologici: influenza, disturbi a carico dell’orecchio, la dermatite atopica e il reflusso gastroesofageo.
Cosa fare?
È buona norma, per evitare che di incorrere in disturbi del sonno nei bambini, o per limitare i danni di questo problema, che il piccolo viva una vita serena, tranquilla e quanto più lontano (tanto più si avvicina l’orario di dormire) da fonti luminose eccessive, giochi sonori, televisione e qualsiasi altro dispositivo elettronico e digitale. Ma è bene anche creare un’abitudine quotidiana, “”insegnare”” con la routine quando sia ora di dormire e quando sia l’ora di restare svegli e svolgere altre attività, sempre negli stessi orari, con dei riti sempre uguali, come leggere un libro o dormire con un peluche: elementi di riconoscimento di un momento, quello della “”nanna””. Bisogna evitare assolutamente di far addormentare il bambino in qualsiasi altro posto diverso dal letto, compreso il letto matrimoniale, in braccio, in auto o nel passegginocarrozzina, ma anche cercare di farlo stancare affinché dorma di più è solo un luogo comune: un bambino più sollecitato all’attività farà molta più fatica a smettere di farla e rilassarsi per il sonno. Per quanto riguarda l’utilizzo di terapie farmacologiche, queste sono normalmente sconsigliate dalla maggior parte dei pediatri e specialisti nei disturbi del sonno. Solo in casi molto rari si può ricorrere a sostanze come la melatonina e il triptofano. La cosa più importante è sempre prima ricorrere alla terapia comportamentale, prima che i disturbi del sonno possano influire negativamente e, in rari casi, permanentemente sul carattere e sullo sviluppo del bambino.