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Il caffè in capsula sempre più presente nelle abitudini degli italiani

L’Italia ha una gloriosa storia di caffè. Durante il secolo scorso, l’inventiva nazionale diede i natali alla macchina per espresso che troviamo adesso nei bar e caffè di tutto il mondo. Nel 1933, per imitarne il gusto in versione casalinga, Alfonso Bialetti inventò la geniale macchinetta che ha accompagnato i risvegli di milioni di italiani a partire dal secondo dopoguerra. Generazioni di concittadini hanno iniziato le loro giornate in cucine impregnate dall’intenso sentore dolceamaro della moka, sedotti dal claim passato al Carosello “con la caffettiera moka express un espresso meglio che al bar!”. La moka, icona del design industriale italiano, e’ stata inserita nella collezione permanente della Triennale Design Museum di Milano e del Moma di New York.

L’avvento sulla scena nazionale del caffè in capsula

Ma le tradizioni spesso si spezzano o si sfilacciano, ed ecco che nel 1986 la capsula monouso di caffè viene alla luce. Portata alla ribalta in anni più recenti dalle pubblicità con George Clooney, il caffè in capsule irrompe negli scenari mattutini e post-prandiali di sempre più persone, ben adattandosi alla ricerca di velocità e funzionalità che il mondo d’oggi richiede anche per i piccoli piaceri quotidiani.

E se all’inizio erano presenti sul mercato solo grandi marche che mantenevano un posizionamento di prezzo premium, pian piano si sono ritagliate il loro spazio nuove aziende che spesso agiscono una politica di prezzi più contenuta. Tra le nuove realtà, Il Caffè Italiano e’ un’azienda italiana che propone una serie di capsule dagli svariati aromi, declinati in varianti che vogliono rispondere alle esigenze di gusto incontrate in un viaggio attraverso le maggiori città italiane dai suoi fondatori (trovate qui le recensioni di Il Caffè Italiano). E se non c’è dubbio che il caffè macinato per moka resti il più consumato nel nostro paese, quello in capsule continua a erodere terreno con un trend stabile di crescita. Gli italiani scelgono la capsula non solo per l’idea di prodotto premium che ad essa e’ associata, ma anche per premiare il suo contenuto di innovazione, come ci spiega ilsole24Ore.

I problemi legati all’impatto ambientale

Ci sono però alcuni lati negativi che accompagnano il magico mondo delle capsule: secondo una ricerca del sito Qualescegliere.it, il suo prezzo è 4 volte più alto rispetto a quello della moka. In media un caffè da capsula costerà 0,41 euro rispetto ai 0,12 di una tazzina di caffè tradizionale. Un altro svantaggio non trascurabile è quello relativo all’impatto ambientale. Le capsule infatti non sono riciclabili, in quanto composte da un mix di plastica ed alluminio, e sono state inserite dalla municipalità di Amburgo in una lista di prodotti vietati perché inquinanti. Persino il suo inventore John Sylvan ha rinunciato a bere il caffè in capsula per motivazioni ecologiche. Alcune aziende produttrici però, consapevoli del danno ambientale, d’immagine e quindi economico, stanno già correndo ai ripari: Keurig, uno degli attori principali di questo mercato, si sta impegnando in diversi progetti ambientali ed ha promesso di rendere riciclabili tutte le sue capsule entro il 2020.

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