Per quanto la situazione finanziaria sia mutata negli ultimi anni, e i beni di rifugio non diano le stesse garanzie in termini d’interesse di anni fa, i certificati statali di debito ancora sono una fonte d’investimento da valutare.
Un investimento ancora sicuro
Per quanto siano da anni terminati i tempi in cui il risparmiatore, e investitore, otteneva ottimi tassi d’interessi dai Buoni del tesoro a media e lunga scadenza, a volte sino a successi dell’ordine del 18% con punte anche superiori, anche attualmente investire nei Buoni del Tesoro è una forma d’investimento tutelata, comunque in grado di concedere tassi superiori allo zero o quasi degli interessi maturati dai conti correnti nelle banche italiane.
In questo quadro arido dal punto di vista degli investimenti di piccole o grandi somme, il Buono del Tesoro è sempre stato valutato da piccoli, medi, o grandi investitori con favore e la borsa titoli di stato btp concede ancora quel margine di sicurezza, supportato da relativamente buone somme maturate, soprattutto nei lunghi periodi, per la quale rivolgere un’occhio di riguardo.
Cosa sono i btp?
Il buono del tesoro poliennale (BTP) è un certificato di debito emesso a scaglioni temporali da parte dello Stato italiano la cui scadenza è variabile, nelle aste periodiche vengono precisati i termini di scadenza del credito/debito, superiore in ogni caso all’anno solare, quindi in tagli comunemente emessi in dodici mesi, ventiquattro, trentasei e quarantotto mesi, se non anche superiori nella scadenza all’interno delle valutazioni riferite alla borsa titoli di stato btp.
Ovviamente tanto maggiore sarà il termine di scadenza in proporzione sarà maggiore l’interesse maturato: una forma d’investimento basata sulla fiducia da parte del risparmiatore nei confronti dello Stato il quale, attraverso le periodiche aste finanziarie, determina la raccolta di denaro liquido necessario per svolgere parte della sua attività governativa.
L’inflazione come indicizzazione
L’emissione periodica sul Mercato generale dei titoli di Stato avviene seguendo criteri riferiti all’infalzione determinata nel momento dell’emissione, un valore che necessariamente deve venire incontro sia allo Stato (in passato i tassi d’interessi erano eccessivamente superiori alla stessa inflazione), sia al risparmiatore/investitore, una forma di tutela reciproca studiata all’intenro di particolari sedi di studio dei flussi monetari riferiti agli andamenti generali.
Ovviamente la stabilità monetaria è un’ottima base per la quale concepire tassi d’interesse equilibrati riferiti alle varie tipologie in cui ricercare le diverse opzioni concesse dalla borsa titoli di stato btp.
Tendenzialmente sono due: i BTP€i, riferiti alle inflazioni comuni della zona euro, e i BTP Italia, specifici per lo Stato italiano. Sul web, così come sugli organi appositi dedicati alla finanza, sono regolarmente pubblicizzate i periodi d’asta e i tassi d’interesse prefissati nel momento dell’emissione dei certificati di debito.