Il rito funebre e la sua importanza nella Grecia Antica
Oggi, per la celebrazione dei funerali siamo soliti rivolgerci alle Onoranze funebri a Roma come ad esempio la Cattolica San Lorenzo; ma come funzionavano invece i riti funebri nell’Antica Grecia?
Qui, i rituali per la morte di una persona venivano considerati molto importanti, infatti dare degna sepoltura ad un defunto era uno fra i doveri supremi che i vivi dovevano rispettare per sottostare alle leggi degli dei.
Era estremamente importante che il corpo non venisse lasciato in pasto ad uccelli rapaci o cani, perché in questo caso la sua psyché, cioè la parte invisibile che lo seguiva in vitae che fuoriusciva dalla bocca al momento dell’ultimo respiro, era priva di arrivare all’Ade, il regno dei morti, e sarebbe stata obbligata a vagare senza requie fino a diventare uno spettro malefico.
La mancata sepoltura era quindi una delle massime pene da infliggere a un uomo. Per questo quando un compagno moriva, la prima cosa di cui si occupavano gli opliti era di non abbandonare il corpo anche a rischio della propria vita.
La preparazione del cadavere
Come prima cosa il defunto veniva lavato, profumato con oli e avvolto all’interno di in un sudario; poi veniva esposto su un catafalco. Accanto alla salma sedevano cantori, parenti, amici e tutte le donne della famiglia che intonavano il lamentoso canto funebre.
L’esposizione del defunto poteva essere molto lunga, soprattutto se si trattava un re o di un grande personaggio; in questo caso si dava il via ad un’imbalsamazione provvisoria.
Al termine di questo periodo avveniva la celebrazione di un sacrificio per onorare il defunto e il sangue degli animali che erano stati uccisi per lui veniva cosparso vicino alla salma, invece la carne era usata per il banchetto funebre.
Rogo e tumulo come ultimo passo
Il cadavere veniva poi posto su di un carro con quattro ruote e portato presso il luogo della sepoltura con un corteo di donne in lacrime e una fila di carri guerrieri.
I parenti preparavano il rogo su cui disponevano la salma che veniva cosparsa di grasso animale, sacrificato appositamente, miele e olio. Quando tutta la legna della pira era stata consumata dal fuoco la brace veniva spenta con del vino. Le ossa si raccoglievano e si mettevano in un’urna poi coperta da un drappo, e sepolta in una fossa sigillata da grandi pietre. Su di essa veniva infine eretta una stele.
Invece, nei casi in cui si praticava la sepoltura a posto del rogo, il cadavere veniva calato in una fossa e al suo fianco venivano seppelliti armi, gioielli e oggetti di uso comune per la sua vita nell’aldilà.